parliamo di animali domestici
PATOLOGIE DENTARIE PIÙ FREQUENTI NEL CONIGLIO
Il coniglio (O. cuniculi) è un animale tipico del bacino del mediterraneo, tanto che i fenici chiamavano l'attuale penisola iberica " i-shphhanim ", ossia terra dei conigli.
Tuttavia oggi viene inserito spesso nella categoria degli animali "esotici", così come il furetto (versione addomesticata della puzzola europea). Queste incongruenze della nomenclatura hanno portato al cambiamento della categoria a NAC, ossia nuovi animali da compagnia.
Oggi il coniglio è il terzo mammifero più diffuso come animale da compagnia, grazie alla facile reperibilità, e grazie alla sua simpatia e addomesticabilità.
E' infatti in grado di dimostrarsi molto affettuoso nei confronti del proprietario, e di instaurare un rapporto stretto con gli umani.
E' un lagomorfo, categoria simile ai roditori, ma da cui differisce per alcune caratteristiche. La più evidente è senz'altro la presenza di due paia di incisivi superiori (due davanti, molto visibili, che si giustappongono agli incisivi inferiori in chiusura, e due immediatamente dietro a questi). Oltre i sei incisivi, il coniglio presenta 3 premolari e 3 molari nell'emiarcata superiore, e 2 premolari e 3 molari nell'emiarcata inferiore.
Come per i roditori, i denti del coniglio non smettono mai di crescere, di conseguenza il loro consumo continuo è essenziale per la sua salute. Questo consumo avviene principalmente con la masticazione di fibra lunga (fieno): soprattutto per premolari e molari, la masticazione avviene con movimenti rostro-aborali (avanti e indietro) e latero-mediali (da destra a sinistra e viceversa). In tal modo le superfici dei denti superiori sono compresse su quelle degli inferiori e l'attrito della masticazione comporta una limatura fisiologica e spontanea.
Laddove questo meccanismo non avvenisse potremmo incorrere in due condizioni patologiche in particolare:
- sovracrescita dentaria con notevole allungamento e incurvamento degli incisivi, che nelle forme più avanzate possono danneggiare la mucosa buccare del versante opposto, o incurvarsi fino ed oltre i 180° e danneggiare la mucosa sullo stesso versante (superiore o inferiore); quando la sovracrescita rigurda premolari e molari, si formano delle punte che possono lacerare la lingua (nell'arcata inferiore), e nelle forme avanzate formare dei ponti con il dente controlaterale, o le guance (nell'arcata superiore);
- anchilosi della corona dentaria con conseguente interruzione della crescita del dente verso l'apice, ed invece si attiverebbe una crescita verso la radice, all'interno dell'alveolo dentario della mandibola e della mascella. Questa condizione può interessare anche gli incisivi. In tal caso si possono formare ascessi dentari. Il più delle volte la condizione riguarda premolari e molari, con ascessi mascellari che fistolizzano verso la cute, appalesandosi e comportando la visita e la diagnosi. In alcuni casi, gravi, la crescita della radice dei molari può arrivare a danneggiare anche l'occhio, fino alla perdita dello stesso.
Spesso i segni clinici di queste condizioni sono solo lo scarso appetito e un'alterazione della defecazione, sia in termini di frequenza che di consistenza e conformazione. Ecco perchè una visita periodica con esplorazione del cavo orale è essenziale. Tuttavia, sebbene l'esame clinico sia subito diagnostico per la sovracrescita apicale, non è altrettanto efficiente per l'anchilosi della corona e successivi ascessi.
Per questa condizione ci viene in aiuto la diagnostica per immagini. La radiologia in certi casi può aiutarci, quantomeno a farci sospettare la presenza di crescita della radice o ascesso dentario, sebbene ci siano dei limiti dovuti all'appiattimento bidimensionale dell'immagina radiografica. Purtroppo oggi sono rare le strutture veterinarie dotate di radiologico panoramico (quello che usano gli odontoiatri umani, per intenderci).
Più diffusa è, però, la diagnostica di secondo livello, ed in particolare per il caso la TC, o TAC.
Ovviamente una indagine TC richiede l'immobilità del paziente, per tutta la durata della stessa, cosa ottenibile solo con l'anestesia (nessun coniglio rimarrebbe immobile per 15-20 minuti senza anestesia). I vantaggi della TC però sono nella tridimensionalità delle immagini ottenute, che consente di individuare esattamente la lesione e la sua localizzazione, quindi permetterà al chirurgo di intervenire in modo inequivocabile sul dente interessato dalla lesione e sull'alveolo dentario.
Presso la Clinica Veterinaria San Rocco è possibile eseguire l'indagine TAC anche per i conigli, e quindi evidenziare condizioni come l'anchilosi della corona prima che questa possa aggravarsi.
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