parliamo di animali domestici
Fisioterapia Veterinaria
La fisioterapia in veterinaria, al pari di quella umana, si occupa di riabilitare ed aiutare i nostri animali con problemi di tipo ortopedico, neurologico o muscolare, come ad esempio in caso di:
• Lesioni a muscoli, ossa ed articolazioni (in seguito ad eventi traumatici come fratture ossee o rotture dei legamenti).
• Problemi a carico della colonna vertebrale (ernia del disco).
• Problematiche che possono interessare i cuccioli in accrescimento (come la displasia dell’anca).
• A scopo preventivo, per migliorare funzioni e tono muscolare in soggetti con difetti ortopedici dell’accrescimento, oppure in soggetti anziani affetti da artrosi.
• Durante il recupero post-operatorio: la fisioterapia permette di ridurre l’utilizzo di una serie di farmaci che a lungo andare potrebbero risultare dannosi per l’organismo.
Le tecniche in uso si possono classificare in due grandi gruppi:
1. Manuali
2. Strumentali
Affronteremo in sintesi qui di seguito entrambe.
1 TECNICHE MANUALI
Racchiudono un insieme di esercizi svolti senza l’ausilio di strumenti particolari. Possono essere:
a) Esercizi di tipo passivo: ginnastica, stretching, massaggi effettuati dal fisioterapista.
b) Esercizi di tipo attivo: quelli impartiti al paziente che così inizia a partecipare attivamente ai movimenti.
a) Esercizi di tipo passivo
- Movimenti passivi delle articolazioni: il fisioterapista fa compiere all’animale degli esercizi che prevedono la mobilitazione di tutte le articolazioni senza che l’animale compia un movimento attivo. Questi esercizi hanno lo scopo di:
- Ridurre le contratture muscolari
- Mantenere/migliorare i movimenti dell’arto riducendo la rigidità
Così facendo si evita che l’animale resti fermo a lungo, ritardandone la guarigione.
- Stretching: racchiude tutti quegli esercizi tramite i quali si fa muovere l’articolazione in una maniera più ampia rispetto a quanto potrebbe muoversi normalmente; è utile per rilassare muscoli e legamenti (questi esercizi non sono indicati nella fase iniziale della patologia in quanto potrebbero peggiorare lesioni già presenti).
- Stimolazione del riflesso flessorio: è un esercizio utilizzato soprattutto nei pazienti neurologici: si premono gli spazi tra le dita del soggetto e si tira contemporaneamente l’arto; questa manovra porta, di riflesso, ad una contrazione muscolare dell’arto in questione. Ripetendo questo esercizio più volte, si stimola il tono e si aumenta la forza del muscolo.
b) Esercizi di tipo attivo
Gli esercizi di tipo attivo si dividono in due gruppi: esercizi assistiti ed esercizi controllati.
ESERCIZI ASSISTITI: sono quegli esercizi che richiedono uno sforzo muscolare maggiore rispetto agli esercizi passivi e che necessitano, per essere eseguiti correttamente, dell’aiuto del fisioterapista.
- Mantenimento della stazione (in maniera assistita): si tratta di aiutare il paziente a rimanere in piedi sulle quattro zampe tramite l’utilizzo di appositi imbraghi o anche solo un asciugamano posizionato sotto l’addome. È un esercizio rivolto soprattutto a quei pazienti che hanno forza muscolare sufficiente a mantenere parzialmente il loro peso, ma non sono ancora in grado di sorreggersi autonomamente.
Un ottimo metodo per aiutare i nostri animali nella stazione assistita è l’utilizzo delle phisioball, palle gonfiabili su cui si posiziona l’animale in modo che la cavalchi appoggiando l’addome. Facendola poi oscillare si riesce a scaricare il peso in maniera alternata sui diversi arti stimolando la propriocezione (ovvero la percezione della posizione del proprio corpo rispetto allo spazio). Con gli stessi supporti della stazione assistita si può aiutare il cane nella deambulazione, esercizio utile in quei pazienti che possono muovere gli arti ma non riescono ancora a camminare da soli.
ESERCIZI CONTROLLATI: si tratta di un insieme di esercizi che vengono eseguiti dall’animale senza che il fisioterapista intervenga direttamente sul movimento (ma comunque controllandone l’esatta esecuzione). Ovviamente, il requisito fondamentale per l’esecuzione di questi esercizi è che l’animale cammini autonomamente. Queste attività sono utili per aumentare il tono e la forza dei muscoli rendendo quindi le articolazioni più stabili; inoltre, fattore da non sottovalutare, contribuiscono alla riduzione del peso corporeo (in caso di animali in sovrappeso che per questa loro condizione sono fortemente predisposti a patologie articolari e legamentose).
A seconda delle diverse indicazioni, gli esercizi attivi possono essere davvero svariati:
- Mantenimento della stazione: l’animale resta in stazione quadrupedale e nel frattempo si può esercitare una pressione sugli arti, oppure si può far oscillare il peso su un lato piuttosto che sull’altro. Questo esercizio si può eseguire anche delle pedane o tavolette propriocettive, ovvero delle superfici che oscillano e rendono instabile l’equilibrio del paziente stimolando di continuo reazioni per una corretta postura e migliorando la consapevolezza della posizione del corpo rispetto allo spazio.
- Deambulazione: si inizia a far camminare il paziente al guinzaglio rigorosamente corto, prima lentamente su una superficie piana, poi anche tramite l’utilizzo di pavimentazioni di durezza variabile, come la sabbia o la neve.
2 TECNICHE STRUMENTALI
Un altro metodo per forzare gli animali a camminare (ad esempio in pazienti ortopedici che rifiutano di utilizzare l’arto operato) è l’utilizzo dei “treadmills”, veri e propri tapis roulant che costringono l’animale a caricare il peso su tutti e quattro gli arti, sfruttando l’instabilità prodotta dal pavimento che si muove sotto le zampe del paziente.
Altri esercizi attivi molto utili sono il salire e scendere le scale, il seduto – in piedi e l’utilizzo di percorsi ad ostacoli.
Tutti gli esercizi, sia attivi che passivi, devono essere combinati in un apposito programma di riabilitazione, studiato da un Medico Veterinario specializzato in fisioterapia, al fine di ottenere più benefici possibili senza provocare disagio all’animale. alla necessità di ridurre l'incidenza di queste gravi patologie del cane, spesso invalidanti e comunque sempre causa di sofferenze per gli animali colpiti e di disagi per i loro proprietari.