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Tromboembolismo arterioso nel gatto
Il tromboembolismo nel gatto è una delle conseguenze più critiche di malattia cardiaca grave o, più raramente, di altre malattie sistemiche (traumi, ipertiroidismo,tumori e sepsi).
La trombosi è la formazione di un coagulo di sangue; si parla di embolia quando questo coagulo ostruisce un vaso sanguigno. Si pensa che i coaguli si formino in una camera della parte sinistra del cuore malato, quando si liberano, i coaguli viaggiano nei vasi sanguigni finché non si bloccano.
Generalmente la sede più comune per il blocco del coagulo si trova a livello della biforcazione aortica a livello delle arterie iliache (quindi blocco o riduzione dell’afflusso di sangue agli arti posteriori), più raramente a livello dell’arteria renale, l’arteria brachiale, le arterie polmonari e le arterie cerebrali.
Per quanto riguarda la razza, possono svilupparla tutti i gatti, soprattutto i comuni europei, i Birmani, gli Abissini ed i Ragdoll.
SINTOMATOLOGIA
Tendenzialmente il gatto con tromboembolismo arterioso è un’urgenza assoluta!
I sintomi sono:
-paresi acuta ed improvvisa (di solito bilaterale);
-tachipnea (da dolore, edema polmonare o versamento pleurico): ovvero respiro accelerato;
-respirazione a bocca aperta e testa estesa sul collo nel tentativo di respirare;
-arti freddi, cianotici;
-vocalizzazioni per via del dolore.
DIAGNOSI
Il sospetto diagnostico viene confermato quando, oltre ad i sintomi sopracitati, alla visita clinica si notano assenza od alterazioni del polso femorale, letto ungueale cianotico, soffio cardiaco, ritmo di galoppo. Per avvalorare la diagnosi si possono eseguire esami come test della coagulazione, ecografia ed ecodoppler.
La diagnosi differenziale va fatta escludendo forme di trauma, tumori spinali, ernie del disco, neuropatia diabetica e miastenia gravis.
TERAPIA
La terapia può essere chirurgica, tramite la rimozione del coagulo, ma dovrebbe essere eseguita in cliniche specializzate in quanto richiede una strumentazione specifica. Inoltre significherebbe avere un gatto in grado di sopportare un’anestesia e visto che spesso si hanno anche problemi cardiaci, non sempre si riesce ad optare per questa soluzione.
La terapia medica prevede di somministrare ossigeno se serve, attuare una terapia del dolore, trattare la patologia cardiaca, evitare che si formino nuovi trombi (di solito si usa l’eparina che non scioglie i coaguli già formati, ma impedisce la formazione di nuovi e la crescita di quelli già presenti), mantenere il circolo sanguigno e tutta la terapia di supporto del caso.
La prognosi in ogni caso è spesso infausta nonostante le diverse terapie che si possono adottare, e i gatti che sopravvivono sono spesso soggetti a recidive.